Quasi tutti gli 8 indagati raggiunti dal provvedimento di fermo, disposto dalla Procura di Agrigento, nell’operazione “Waterloo”, contro i vertici di “Girgenti Acque”, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Questo l’esito degli interrogatori davanti il Gip del Tribunale di Agrigento, Francesco Provenzano.
Si tratta di Marco Campione, presidente “Girgenti Acque” difeso da un pool di avvocati, tra cui l’ex pm di Palermo, Antonio Ingroia, assente però questa mattina; Pietro Arnone, presidente “Hydortecne”; Calogero Patti, dipendente “Girgenti Acque”; Angelo Piero Cutaia, direttore amministrativo “Girgenti Acque”; Giandomenico Ponzo, direttore generale “Girgenti Acque”; Calogero Sala, direttore tecnico e produzione Girgenti Acque; Francesco Barrovecchio, responsabile tecnico “Hydortecne”, e Igino Della Volpe, 63 anni, membro del consiglio di amministrazione di “Girgenti Acque”.
Il primo a comparire davanti al Gip Francesco Provenzano, nei locali del carcere di contrada “Petrusa”, è stato l’ex numero uno di “Hydortecne” Pietro Arnone. L’indagato, difeso dall’avvocato Giuseppe D’Acquì, si è avvalso della facoltà di non rispondere, ma ha voluto rilasciare lo stesso alcune dichiarazioni spontanee, con cui ha respinto le accuse, dichiarandosi innocente.
Ha risposto alle domande, invece, Igino Della Volpe. Difeso dall’avvocato Daniela Posante, è comparso davanti il Gip del Tribunale di Taranto, Rita Romano, per rogatoria, e ha respinto le accuse, secondo cui avrebbe fatto parte di una associazione a delinquere. “Io stesso avevo criticato la gestione dell’azienda che si occupa del servizio idrico”.
L’inchiesta è coordinata dal procuratore aggiunto Salvatore Vella, e dai sostituti procuratori Paola Vetro, Antonella Pandolfi, e Sara Varazi. Nella giornata di domani è attesa la decisione del giudice Francesco Provenzano che dovrà pronunciarsi sulla convalida del fermo, e su eventuale applicazione dell’ordinanza e delle misure cautelari.
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