La Regione Sicilia dichiara lo stato di calamità naturale per le alluvioni verificatesi lo scorso mese di novembre in diversi comuni dell’isola: sette nella sola provincia di Agrigento. Richiesto al governo centrale lo stato di emergenza.
Il governo della Regione Sicilia ha dichiarato lo stato di calamità naturale per i danni subiti in diverse zone della regione lo scorso mese di novembre a seguito del maltempo.
“C’è l’assoluta esigenza di ripristinare ovunque condizioni che consentano un ritorno alla normalità, eliminando ogni ulteriore situazione di rischio per le popolazioni”. Così il presidente della Regione Nello Musumeci commenta la decisione, insieme alla sua giunta, di dichiarare lo stato di calamità naturale e chiedere al governo centrale lo stato di emergenza per i danni subiti in Sicilia. Quest’ultimo stato consentirà di ottenere delle risorse necessarie a riparare i danni subiti e mettere in sicurezza i territori.
Nell’agrigentino sette i comuni dove è stato dichiarato lo stato di calamità: oltre al capoluogo di provincia, anche Licata, Palma di Montechiaro, Porto Empedocle, Racalmuto, Ribera e Cammarata.
In queste zone, così come in altre sparse in Sicilia, -secondo quanto accertato dalla Protezione Civile della presidenza della Regione Siciliana- si sono abbattute trombe d’aria e forti temporali che hanno provocato allagamenti in aree urbane, frane, esondazioni di corsi d’acqua, crolli di infrastrutture, interruzioni nei collegamenti stradali e ferroviari, alberi divelti.
Nonostante siano trascorse diverse settimane, non si ha ancora una stima dei danni.
“La stima dei danni – afferma il governatore Nello Musumeci – è ancora in corso, anche perché –spiega- si attendono le valutazioni definitive da parte delle amministrazioni locali. Ma c’è l’assoluta esigenza di ripristinare ovunque condizioni che consentano un ritorno alla normalità, eliminando ogni ulteriore situazione di rischio per le popolazioni. Si tratta di aree particolarmente vulnerabili per le quali non vanno lesinate risorse: gli interventi dovranno essere tempestivi e, soprattutto, risolutivi” -conclude.
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