“Un Gesto una Speranza” questo il titolo del convegno di sensibilizzazione alla donazione del midollo osseo, svoltosi sabato scorso presso la sala del Collare del Castello Chiaramonte di Favara. Il congresso, organizzato dalla Confraternita Misericordia ha segnato la prima uscita ufficiale della sezione agrigentina dell’ADMO diretta dalla dott.ssa Giusy Alaimo.
Il varo a Favara dell’a sezione territoriale dell’associazione nata in Italia 21 anni fa e che ad oggi conta oltre 370 mila donatori, ha visto la partecipazione del Presidente Regionale ADMO, Annamaria Bonanno.
L’evento si è avvalso anche della preziosa collaborazione dell’Ordine dei Biologi di Agrigento, presente infatti, in duplice veste di commissario delegato dell’ordine e di responsabile sanitario della Confraternita Misericordia, il dott. Diego Virgone. Presenti tra i relatori anche il Dott. Antonio Liotta ex Dirigente Responsabile dell’Unità Operativa Hospice dell’Ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento.
L’opera di sensibilizzazione promossa dai volontari della Confraternita diretta da Giuseppe Castronovo, grazie alle precise relazioni enunciate dai medici presenti e moderati dal nostro Salvatore Sorce, hanno fornito ai presenti, ulteriori dettagli circa i metodi e l’importanza della donazione del midollo osseo per la cura di determinate patologie quali ad esempio, leucemia, talassemia. Dal simposio sono emerse le tipologie di prelievo delle cellule staminali del midollo osseo che ad oggi può essere eseguito in due modi.
Il primo sistema, che poi è il più datato, è quello del prelievo diretto delle cellule presenti dalla parte posteriore delle ossa del bacino. Il donatore soggetto a questo tipo di intervento deve necessariamente ricoverarsi presso un centro ospedaliero autorizzato.
L’intervento ha una durata media di 45 minuti e può eseguirsi sia in anestesia generale che epidurale.
Subito dopo l’intervento il donatore viene tenuto sotto osservazione per 48 ore ed al suo rientro a casa deve osservare un periodo di riposo di circa 4–5 giorni. Il midollo prelevato si ricostruisce da solo nell’arco di 7–10 giorni.
Il secondo metodo di donazione delle cellule midollari invece avviene con prelievo da sangue periferico dopo stimolazione con fattori di crescita ematopoietici.
La donazione in questo caso prevede la somministrazione di un farmaco nei 3–4 giorni precedenti il prelievo. Il farmaco è un “fattore di crescita” che ha la proprietà di rendere più rapida la crescita delle cellule staminali e di facilitarne il passaggio dalle ossa al sangue periferico; esso viene somministrato mediante iniezioni sottocutanee. In sostanza il sangue, prelevato da un braccio, attraverso un circuito sterile entra in una centrifuga dove la componente cellulare utile al trapianto viene isolata e raccolta in una sacca, mentre il resto del sangue viene reinfuso dal braccio opposto. Questa modalità di intervento è sconsigliata ai donatori che hanno un accesso venoso difficoltoso.
Comunque chi viene sottoposto a questo tipo di prelievo, un mese dopo l’intervento, deve effettuare delle analisi di controllo e per i successivi 10 anni viene periodicamente controllato dai medici. Comunque è bene precisare che donare il midollo osseo non comporta nessuna menomazione fisica.
Per diventare donatori di midollo osseo è necessario presentarsi, senza impegnativa medica, presso un Centro Donatori, che in provincia di Agrigento si torva presso l’ospedale Giovanni Paolo II di Sciacca, per sottoporsi al prelievo di un campione di sangue. Ad accertamenti eseguiti poi la struttura sanitaria farà firmare al donatore l’adesione al Registro Italiano Donatori Midollo Osseo.
Il convegno è stato chiuso con le targhe ricordo che gli organizzatori hanno donato a quanti si sono impegnati per la realizzazione dello stesso.
Donare il midollo osseo. Convegno sabato scorso dal tema “Un gesto una speranza”
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