Massima fiducia alla Magistratura e respingimento completo delle accuse contestate. Questa in sintesi è la relazione che il Presidente della Provincia Regionale di Agrigento ha fatto in Consiglio nella Sala Pellegrino di Via Acrone. Sono pesanti le accuse mosse nei suoi riguardi dalla Procura Agrigentina: Peculato, concussione e truffa. Il Presidente D’Orsi in Assemblea non ha parlato delle vicende giudiziarie che lo riguardano, ma ha voluto fare un consuntivo dell’esperienza politica del mandato in corso. Ha più volte citato la gestione politica del risparmio, i tagli alle spese superflue che secondo il Presidente hanno fatto dell’Ente Provincia, uno dei più virtuosi d’Italia. E’ una bufera giudiziaria quella che il mese scorso ha investito l’esponente dell’MpA. Al vaglio degli inquirenti, presunte consulenze sospette, generosi buoni pasto e la fornitura di palme, pagate dalla Provincia, destinate alle aree pubbliche ma che sarebbero state piantate nella Villa agrigentina dello stesso D’Orsi. Casa che il Presidente della Provincia ha costruito nella frazione di Montaperto e che i lavori di realizzazione sarebbero stati eseguiti da imprese che avevano rapporti con l’Ente e che avrebbero favorito economicamente lo stesso D’Orsi. Nonostante la presenza in aula del suo legale, avvocato Giuseppe Scozzari, che avrebbe preferito silenzio dal suo assistito, Eugenio D’orsi ha comunque precisato alcuni aspetti giudiziari sui fatti. Al presidente i magistrati contesterebbero anche l’assenza in alcune fatture fiscali dell’oggetto per cui l’Ente ha sostenuto la spesa. Circostanza questa che D’Orsi definisce un equivoco che gli inquirenti chiariranno. Per quanto riguarda le Palme invece il Presidente afferma che queste non sono state acquistate con i soldi della Provincia. Nel corso del suo lungo intervento c’è stato spazio anche per la commozione, lacrime agli occhi del Presidente apparse in occasione del ricordo dei tanti atti intimidatori che lo hanno colpito, tra questi ricordiamo l’incendio della casa di villeggiatura di Marina di Palma. Ma il magone è salito alla gola di D’Orsi mentre ricordava ai presenti le minacce subite dai suoi familiari. Lacrime che sono state rincuorate da un timido applauso attribuitogli dai presenti. D’orsi ha motivato il suo intervento in Consiglio Provinciale come un atto di rispetto verso i suoi elettori e nei confronti delle forze politiche che lo hanno invitato a relazionare, gruppi consiliari che però non hanno voluto aggiungere altro alle sue dichiarazioni. Nessun Consigliere infatti è intervenuto dopo il discorso di D’Orsi, questo “silenzio” a detta del Presidente deve considerarsi come la condivisione totale alle sue parole. In un paese democratico come l’Italia nessun soggetto può considerarsi colpevole di qualsivoglia reato se non dopo i tre gradi di giudizio previsti nei processi. E’ altrettanto vero però che il solo principio del sospetto provoca nell’opinione pubblica uno scombussolamento delle idee, dei consensi che dall’oggi al domani fanno di una probabile vittima ad un potenziale carnefice.
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