L’ordinanza di applicazione della custodia cautelare emessa dal Tribunale di Agrigento, Gip Alessandra Vella, ha disposto la custodia in carcere per Antonino Pirrera, mentre Michele Sorce, Carmelo Pullara e Giovanni Ruggeri sono attualmente ai domiciliari.
Pirrera ora si difende. Rispondendo al Gup del Tribunale di Agrigento Alessandra Vella nell’interrogatorio di garanzia che si è svolto in carcere, il favarese ha dichiarato che si è solo difeso e che si tratta di una tragedia.
”Volevo solo parlare – confessa Pirrera – lui mi ha aggredito e mi ha scagliato addosso i suoi pitbull che mi hanno morso. Mi solo solo difeso, non volevo ucciderlo”.
L’indagine trae origine dal decesso di Bennardo Chiapparo, avvenuto lo scorso 10 febbraio presso l’ospedale San Giovanni di Dio. L’uomo si trovava già ricoverato da 10 giorni con un grave trauma cranico, causato, a dire di chi lo aveva accompagnato, da una banale caduta avvenuta lo stesso pomeriggio.
Le indagini effettuate, condotte dai Carabinieri della Tenenza e coordinate dal Pubblico Ministero Matteo Delpini, hanno invece delineato un quadro ben diverso, riassunto nel nome stesso dell’indagine: ”Giustizia Privata”.
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti Chiapparo avrebbe sgridato nella serata dell’1 febbraio scorso il figlio di Pirrera in quanto poco prima aveva tirato dei calci a una insegna pubblicitaria dell’autolavaggio del 68enne. Il bambino sarebbe caduto, procurandosi delle escoriazioni alle ginocchia.
Pirrera, non appena venuto a conoscenza del fatto, avrebbe organizzato in serata una spedizione punitiva con altri tre complici ai danni di Bennardo. Sarebbe bastato un pugno per fare cadere a terra Bennardo facendogli sbattere violentemente la testa, provocandogli una emorragia celebrale, emorragia ritenuta non operabile.
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