La vicenda ruota attorno a una presunta organizzazione dedita alla realizzazione di un’evasione fiscale da 1mln 750mila euro della quale, secondo l’accusa, De Luca sarebbe promotore. Sarebbe stato imbastito un sistema di false fatture per evadere imposte dirette e indirette.
”I fatti contestati – scrive il ”domiciliato” Cateno De Luca sui social – risalgono al periodo 2007–2012 per i quali risulta pendente presso la commissione tributaria regionale un procedimento: mi contestano che io avrei agevolato il CAF FENAPI a evadere il fisco – continua De Luca – e quindi non sarei io l’evasione ma il CAF FENAPI di proprietà della FENAPI che ha oltre 300 mila soci”.
Il provvedimento cautelare, ha detto il neo deputato in un video pubblicato sui social, testuali parole, ”è conseguenziale alla mia dichiarazione di volermi candidare a sindaco di Messina”.
Riguardo al processo l’imputato precisa che fa parte di ”ben 15 procedimenti penali” a suo carico di cui 14 già chiusi ”con sentenze di assoluzione perché il fatto non sussiste e varie archiviazioni per l’inconsistenza delle accuse”.
Ricordiamo che sul caso si è espressa anche la presidente della Commissione Antimafia Rosy Bindi, confermando che De Luca era uno dei nomi segnalati alla Commissione stessa, tra gli altri, anche dalla Prefettura e dalla Procura competente.
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