A far presagire l’apertura a questa possibilità lo stesso pubblico ministero Carlo Cinque che ieri, al termine di una udienza nella quale sono stati ascoltati alcuni testi della difesa, ha chiesto al giudice Giancarlo Caruso di trasmettere gli atti alla Procura per ”valutare se ci sono altri profili di responsabilità”.
Particolari le dichiarazioni rilasciate ieri da un funzionario della Regione, Loredana Oliveri. Sarebbe emerso che il consiglio regionale che si occupa di parchi e riserve, il quale dovrebbe anche esprimere pareri circa la sicurezza di questi, per circa tre anni e fino al momento della tragedia non fu praticamente operativo per varie ragioni, dall’aggiunta di altre competenze attribuite al consiglio al continuo cambio degli assessori che non avrebbe garantito continuità ai lavori.
Insomma, per un motivo o per un altro, pare che non sarebbe giunto nessun parere, nessuna ispezione o nessuna delibera circa la riserva di Aragona. Intanto il tempo passava, fino a giungere a quel fatidico 27 settembre 2014 e alla morte dei due bambini.
Dalla richiesta del pm, giunta appunto al termine dell’udienza, sembra dunque che lo stesso voglia accertare se ci siano altre responsabilità sulla vicenda che al momento vede già tre imputati.
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