Ma a difenderlo ci pensa l’ex governatore della Regione Rosario Crocetta che afferma: ”Nessuno tocchi Raciti. Il Pd smetta di farsi altro male, basta litigi. Lancio un appello all’unità del partito. Adesso mettiamoci al lavoro per vincere le politiche”.
Alcuni quindi chiedono le dimissioni di Raciti e il rinvio della direzione regionale a dopo l’arrivo di Matteo Renzi. Il segretario nazionale del Pd dovrebbe far tappa nell’isola tra mercoledì e giovedì prossimo.
Per l’ex presidente della Regione Crocetta Raciti non può essere il capro espiatorio della sconfitta. ”Non si può scaricare su di lui –dice Crocetta– la responsabilità di una sconfitta che ha avuto radici nelle divisioni del Pd e nella decisione di replicare un modello fallimentare e cioè il modello Palermo alle regionali. Sia io che Raciti –conclude– avevamo detto a Renzi che quel modello non sarebbe stato vincente e di non prendersela, se così fosse stato, né con me né con Raciti”.
Ma se da un lato le correnti di Faraone, Lupo e Berretta chiedono la testa del segretario Raciti, a livello nazionale non è che le cose vadano meglio nel centrosinistra. Diversi infatti vedono nel presidente del Senato Pietro Grasso l’uomo giusto per risalire la china. Intanto all’assemblea della sinistra unitaria che lo incorona leader della nuova formazione lui bacchetta Renzi, attacca il Pd e invoca discontinuità. ”Il Pd –ha detto– mi ha offerto poltrone, ma i calcoli non fanno per me. Tocca a noi –ha detto durante l’incontro– offrire una nuova casa a chi non si sente rappresentato. Una nuova proposta per il Paese. Io ci sono”.
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