A Favara il sito web del Comune non permette ai cittadini di mettersi in regola con i pagamenti delle tasse. Invece di facilitare l’utente rendendo semplici e rapidi i pagamenti a favore del Comune, si mettono i bastoni tra le ruote. Il servizio PagoPA non funziona!
Il Comune di Favara è in dissesto finanziario. E fin qui nulla di nuovo!
A volerlo serenamente annunciare fu ufficialmente in conferenza stampa l’attuale sindaco della città, Anna Alba, a poco più di 2 mesi dalla sua elezione, esattamente il 26 agosto 2016.
Secondo lei non era possibile seguire il piano di riequilibrio. “L’Ente – diceva- è quasi in dissesto, manca solo l’annuncio ufficiale. Bisogna solo prendere atto della situazione economica”.
Intanto proprio un mese prima, il 29 luglio 2016, l’assessore Maida aveva già comunicato al Ministero dell’Interno di non poter seguire il piano di riequilibrio disposto dalla precedente amministrazione e approvato dal vecchio consiglio comunale.
E così è stato. Il Default delle casse comunali è stato prima votato il 22 settembre 2016 dalla giunta Alba e poi dopo due mesi, il 23 novembre, dal consiglio comunale.
Insediati i commissari di liquidazione nel febbraio 2017, il sindaco Alba ha poi scelto di aderire alla procedura semplificata che consente all’amministrazione comunale di gestire le casse dell’Ente, ma di contro di dover recuperare autonomamente tutti i crediti degli ultimi anni, facendo ovviamente pagare le tasse ai cittadini.
A nostra specifica domanda la sindaca, il 5 giugno 2017, ci rispondeva così, ossia che era necessario fare una bonifica di tutti i dati già in possesso del Comune in quanto mal gestiti nel corso degli anni. I dati non incrociati in possesso dell’Ente hanno causato – ci diceva la sindaca- un aumento dei tributi non riscossi e di accertamenti non recapitati. Insomma, come sottolineava la stessa, tutte “cose che hanno impedito al Comune di camminare con le proprie gambe”. Tra le modalità operative individuate dalla prima cittadina c’è quella di richiedere i pagamenti molto tempo prima di giungere alla soglia dei 5 anni, periodo che, se oltrepassato, può mandare gli atti in prescrizione.
La prima richiesta di denaro fatta in maniera massiva, lo ricordiamo, fu quella della TARSU 2011, inviata 6 mesi dopo, a fine dicembre 2017 inviata a tutto e a tutti, anche a quelli che avevano già pagato. Insomma l’incrocio dei dati promesso,’ sempre se’ fu fatto, fece davvero FLOP.
Intanto il primo bilancio Alba è stato firmato con circa 2 anni e mezzo di ritardo, solo qualche settimana fa, dall’ex assessore Maida, prima della revoca delle nomine assessoriali da parte del sindaco.
Ma torniamo ai tributi che i cittadini devono pagare e che tanto sono importanti per far vivere un’ente.
Il cittadino che vuole mettersi in regola può farlo?
A Favara, città dalle 1.000 contraddizioni, non è semplice!
Seppur nelle pagine del sito web del Comune campeggi in bella vista il logo “PagoPA” che consente al cittadino di effettuare online, 24 ore su 24, i pagamenti verso la Pubblica Amministrazione senza recarsi in banca, il collegamento non funziona!
Il sito online dell’Ente sembra essere rilegato a mera vetrina o bacheca, piuttosto che come fonte di servizio per il cittadino.
Un utente che vorrebbe pagare le tasse a Favara come TARSU, TARI ,TOSAP, TRIBUTI VARI, VIOLAZIONI CDS, ONERI DI URBANIZZAZIONE, ONERI CIMITERIALI e altro… non può farlo!
Allora viene da chiedersi se sia normale che un’Ente come il Comune di Favara che proprio per scelta di chi lo amministra ha l’obbligo di cercare denaro, un’Ente che si trova con debiti ingenti, che chiede alle attività locali, alle aziende e alle imprese di farsi carico “a spese loro” di offrire servizi e prodotti alla collettività (perché il Comune è senza denaro), possa prendersi il lusso di non stare attento a come recuperare capillarmente i crediti.
Dopo due anni e mezzo di attività amministrativa, a che punto è la situazione della riscossione dei tributi?
Con un software acquistato qualche anno addietro per circa 60mila euro, come mai non si provvede ad attivare il recupero dei crediti?
Il personale è stato formato? O, pur avendo il Comune tantissimi e validissimi dipendenti comunali, si arriverà, senza nemmeno averci provato, a ridare la gestione dei recupero crediti a enti esterni come fu l’Aipa?
E se proprio è troppa fatica attivare il software, dichiarandolo un acquisto superfluo, ma almeno intanto la possibilità di pagare online ai contribuenti virtuosi, o a chi vorrebbe ravvedersi, non sarebbe il caso di permetterla?
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