Quanto accaduto a Nôtre Dame è un monito. Molti beni culturali siciliani sono sprovvisti di sistemi di sicurezza e si troverebbero impreparati in caso di imprevisti che potrebbero danneggiarli irrimediabilmente. A dirlo è il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci.
L’incendio di Nôtre Dame ha risvegliato il senso di precarietà dei beni culturali e della cura che serve per mantenerli e conservarli. Anche la Regione Siciliana corre ai ripari: il Governatore Nello Musumeci, che detiene anche la delega ai Beni Culturali dalla tragica scomparsa dell’assessore Sebastiano Tusa, ha dichiarato all’Adnkronos che “in Sicilia abbiamo tantissimi beni culturali che sono sprovvisti di sistemi di sicurezza. Anche questa è una emergenza che va affrontata insieme alle tante altre dell’isola”.
Pensando a quanto successo a Parigi, molti beni siciliani si trovano oggi sprovvisti di mezzi per fronteggiare imprevisti del genere. “La prossima settimana riunirò i dirigenti dei Beni Culturali e della Protezione Civile – ha detto Musumeci – per capire come possiamo cominciare ad attrezzare i luoghi di particolare vulnerabilità, penso in prima battuta a quelli arredati con legno e stoffe, per affrontare eventuali emergenze”.
Servirà un lavoro di ricognizione vastissimo. Secondo le stime del Governatore ci vorranno anni, “ma dobbiamo cominciare – ha aggiunto -. A volte le tragedie servono a mettere l’accento su temi che spesso consideriamo secondari o sui quali non abbiamo mai posto attenzione particolare”.
Anche nell’agrigentino sussistono monumenti con strutture e tetti in legno, basti pensare alle chiese. “Un bene culturale – spiega il responsabile dei Beni Culturali dell’Arcidiocesi di Agrigento e parroco del Duomo San Gerlando, don Giuseppe Pontillo – è di per sé qualcosa di debole, che necessita di cura, assistenza e vigilanza”.
Per quanto riguarda i sistemi di allarme antincendio, però, Pontillo escluderebbe la loro installazione all’interno di chiese e luoghi aperti al culto. “Innanzitutto perché all’interno – commenta il parroco – sono preservati beni delicati come tele, quadri e altre opere che potrebbero essere danneggiate dall’acqua prima ancora che dal fuoco o dal fumo”. Da considerare anche come dentro le chiese si accendono candele e si brucia incenso, il che potrebbe portare a falsi allarmi dei sistemi antincendio.
Essenziale, per alcuni beni, è il servizio di vigilanza. Pontillo lo spiega ad esempio in riferimento alla Cattedrale San Gerlando. “Del resto due sono gli elementi imprevedibili che possono provocare un danno – conclude il parroco -: il fattore umano, e quello puoi cercarlo di limitare con la sorveglianza, e il caso fortuito, come un corto circuito o un fulmine e contro quelli puoi fare relativamente poco”.
Intanto Nôtre Dame ha lanciato un avviso a tutta l’Europa: i nostri beni culturali sono importanti, sono simboli identitari delle comunità a cui appartengono e come tali vanno preservati.
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