A 20 anni dall’uccisione, sarà proiettato ad Agrigento prima e a Favara poi il documentario “Quasi12. Nessun colpevole” che tratta della tragica vicenda di Stefano Pompeo, il bambino favarese ucciso dalla mafia la sera del 21 aprile del 1999. Dei colpi di fucile squarciarono il silenzio tra le campagne di Agrigento e Favara. Fucilate esplose all’indirizzo di un fuoristrada di proprietà di un presunto boss di Cosa Nostra favarese. I sicari erano convinti di avere fatto centro, di avere eliminato il nemico. Ma si sbagliavano. A morire fu il piccolo Stefano Pompeo, che aveva undici anni, quasi dodici. Da quel giorno nessuno è stato indagato per la morte del bambino, nessuno ha mai rivelato particolari sull’agguato, nessuno ha promosso la riapertura del caso. La morte di un bambino è finita così nell’oblìo.
Ecco dunque che il documentario “Quasi12. Nessun colpevole” ripercorre, per la prima volta, l’intera vicenda facendo parlare, tra gli altri, i protagonisti, loro malgrado, di una tragedia dimenticata: la mamma, il padre, l’ex componente della Commissione parlamentare antimafia Giuseppe Scozzari, l’insegnante del piccolo, Carmela Di Caro, il giornalista Franco Castaldo che si occupò del caso. A spiegare come sia potuto accadere che nulla è stato mai fatto per trovare la verità è il procuratore aggiunto di Agrigento Salvatore Vella.
Il documentario sarà proiettato per la prima volta martedì 23 aprile alle ore 20, al cinema Astor di Agrigento. Una seconda proiezione si terrà sabato 27 aprile alle 20,30 al Teatro San Francresco di Favara. Il documentario è stato prodotto da Fuoririga ed è stato scritto e diretto dal giornalista Gero Tedesco.
“Questo documentario –ci dice Gero Tedesco- ha come obiettivo quello di scuotere le coscienze, di fare riaprire il caso e di cercare di dare un nome, un volto, un’identità agli assassini di Stefano”.
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