Nel giugno del 2017 vennero arrestati in quanto ritenuti essere componenti di una banda che avrebbe truffato numerosi acquirenti online. È partito ieri il processo a carico di sette licatesi coinvolti nell’operazione dei carabinieri “Pacchi.it”.
L’operazione dei carabinieri era stata eseguita nel giugno del 2017 e aveva messo in luce una presunta organizzazione dedita a compiere raggiri su noti siti web di acquisti online. Lo scorso anno tutti i coinvolti nell’inchiesta, denominata ”Pacchi.it”, erano stati rinviati a giudizio. Ieri, a distanza di un anno, è partito il processo.
I sette imputati sono tutti licatesi. Si tratta di: Alessandro Bianchi, 26 anni; Samanta Cicatello, 29 anni; Cristoforo Famà, 34 anni; Daniela Giannone, 41 anni; Antonina Parroco, 41 anni; Giuseppe Romano, 24 anni e Angelo Trupia, 47 anni.
Davanti ai giudici della seconda sezione penale, presieduta da Wilma Angela Mazzara, ieri il pm e la difesa hanno illustrato i propri mezzi di prova. Il prossimo 9 ottobre inizieranno le audizioni dei primi testi.
Secondo quanto venne reso noto in conferenza stampa in occasione dell’operazione, la ”banda” avrebbe compiuto numerose truffe di ogni genere. In una occasione avrebbe addirittura tentato una truffa ai danni di un terremotato sopravvissuto al disastroso sisma di Amatrice, cercando di fargli acquistare una roulotte – in realtà fittizia – al prezzo di 1.500 euro.
Le indagini dei carabinieri partirono nel 2016 dopo diverse denunce. I raggiri online riusciti supererebbero la trentina.
Il modus operandi, ricostruivano i carabinieri, consisteva nel pubblicare foto di vetture – anche non di proprietà – ma anche di animali domestici su siti di acquisti online, proponendo il tutto a prezzi vantaggiosi per attirare potenziali ”acquirenti”.
Per i contatti e i pagamenti sarebbero stati utilizzati numeri telefonici temporanei e carte prepagate; una volta prelevata la caparra, le carte – secondo l’accusa – venivano distrutte e si perdevano le tracce dei rivenditori, senza che ovviamente nulla di quanto ”acquistato” venisse realmente spedito.
Commenta articolo