Inquinamento a San Leone. Dopo oltre un anno dal rinvio a giudizio, ieri al Tribunale di Agrigento il primo dibattimento del processo “pennelli a mare”. Alcuni reati cadono in prescrizione, tre invece le imputazioni ancora valide.
Un anno di ritardo per dare il via al processo, intanto alcuni reati cadono in prescrizione. La vicenda è quella dei “pennelli a mare”, le condotte sottomarine che secondo l’accusa avrebbero sversato in maniera irregolare i reflui nelle acque di San Leone, inquinandolo.
Il processo, dopo il rinvio a giudizio del marzo del 2018, ha avuto ieri il primo dibattimento davanti ai giudici della seconda sezione penale del Tribunale di Agrigento. La presidente della seconda sezione penale, Wilma Angela Mazzara, ha fatto presente che alcune accuse sono prescritte, in particolare quelle di violazioni paesaggistiche e getto pericoloso di cose.
Tra le imputazioni ancora valide ci sono quelle di danneggiamento, abuso d’ufficio e truffa. Saranno le difese degli imputati, all’udienza del prossimo 17 settembre, a far sapere se rinunciare alla prescrizione oppure no.
Cinque gli imputati, sono: gli ex vertici di Girgenti Acque, Marco Campione e Giuseppe Giuffrida; Bernardo Barone, direttore generale dell’Ato idrico di Agrigento; Pietro Hamel, dirigente tecnico dell’Ato Idrico e Maurizio Carlino, progettista e direttore dei lavori.
Nel marzo del 2018 il giudice Alessandra Vella aveva condannato a 10 mesi di reclusione il direttore tecnico di Girgenti Acque, il 56enne Calogero Sala. La condanna era per danneggiamento, violazione del codice dei beni culturali e getto pericoloso di cose. Sala era stato assolto però dalle accuse di falso, truffa e frode in pubbliche forniture.
Sempre Vella, aveva assolto la responsabile del laboratorio di analisi Rina Vetro, che era accusata di avere falsificato degli esami per nascondere irregolarità riguardanti i pennelli a mare. Secondo quanto venne stabilito in tribunale,”il fatto non sussiste”.
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