Sono stati condannati i tre imputati al processo scaturito dall’operazione antidroga dei carabinieri, che trovarono oltre 30 tonnellate di marijuana in un appezzamento di terreno tra Naro e Campobello di Licata. La pena più alta è a 4 anni di reclusione.
4 anni di reclusione per Carmelo Collana, 53 anni, ex impiegato del Comune di Canicattì; 3 anni di reclusione invece per i fratelli Pietro e Vincenzo Martini, palermitani di 19 e 21 anni. Sono queste le condanne decise nella tarda mattinata di ieri dal gup del Tribunale di Agrigento, Luisa Turco, nei confronti dei tre imputati al processo scaturito dall’operazione antidroga dei carabinieri denominata “Green River”.
Le indagini si avvalsero anche dell’uso di un drone che avrebbe confermato la presenza di una maxi piantagione di canapa indiana in un appezzamento di terreno tra Naro e Campobello di Licata.
Collana e i Martini vennero arrestati il 17 ottobre dello scorso anno. Allora i militari dell’Arma fecero irruzione nel fondo agricolo del quale Carmelo Collana, in passato vigile urbano del Comune di Canicattì, sarebbe ritenuto il proprietario.
Durante l’operazione vennero scoperte e sequestrate oltre 30 tonnellate di marijuana tra il fondo agricolo e un casolare attiguo. I militari trovarono consistenti quantitativi di marijuana in parte già confezionata in sacchi e in parte in fase di essiccazione. Nel fondo agricolo poi circa 10mila piante di canapa indiana alte quasi due metri.
I dettagli dell’operazione antidroga vennero puntualizzati in conferenza stampa a poche ore dal blitz. I carabinieri sequestrarono anche una pistola calibro 9 in ottimo stato – pare in uso a Collana – e una cinquantina di cartucce.
9 mesi dopo l’operazione antidroga, il processo si conclude con la condanna dei tre imputati. Per Carmelo Collana l’accusa era quella di coltivazione di droga, possesso illegale di arma, ricettazione e furto; il 53enne sarebbe stato assolto dal reato di ricettazione. Tra le accuse anche il furto di energia elettrica, in quanto il casolare dove è stato effettuato il blitz sarebbe stato alimentato tramite furto di corrente. I fratelli Pietro e Vincenzo Martini sono stati accusati solo di concorso in coltivazione di droga.
La pena dei tre imputati è ridotta di un terzo per effetto del rito abbreviato. Lo avrebbero chiesto i difensori, gli avvocati Salvatore Manganello e Debora Speciale, dopo che il gip aveva disposto il giudizio immediato. Durante la requisitoria, il pm Paola Vetro aveva chiesto le condanne a 10 anni di reclusione per Collana e a 3 anni di reclusione per i fratelli Martini.
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