La questione della ridefinizione dei confini tra i comuni di Favara, Agrigento e Aragona, dopo quasi sei mesi dal voto, è finalmente riapprodata alla Regione. Ora è al vaglio della prima commissione all’ARS “Affari Istituzionali” che dovrà esprimersi prima di portare il disegno di legge in Aula. A seguire l’iter palermitano c’è il favarese on. Giovanni Di Caro che, ai nostri microfoni, lancia un appello ai residenti interessati dalla ridefinizione dei territori.
A che punto è la situazione sulla ridefinizione dei confini territoriali tra i comuni di Favara, Agrigento e Aragona?
La vittoria schiacciante del “sì” alla consultazione referendaria sui confini tra i tre comuni interessati, avvenuta circa 6 mesi fa, domenica 5 maggio, aveva dimostrato come ben chiara fosse l’intenzione dei cittadini votanti. La volontà era quella di ritornare territorialmente a far parte dei comuni dove maggiormente i cittadini si sentivano rappresentati: Favara Ovest a Favara e Aragona Caldare – Quattro strade- ad Aragona.
Fu un risultato per nulla scontato, si temeva per il raggiungimento del quorum. Numeri che si raggiunsero nel pomeriggio stesso di quel 5 maggio. Si festeggiò davanti alle telecamere di SICILIA TV.
Dopo il voto, i comuni avevano sei mesi di tempo, quindi entro i primi di novembre 2019, per definire tutte le pratiche burocratiche e trasmettere gli atti alla Regione.
Le carte sono appena arrivate a Palermo e da ieri sono al vaglio della prima commissione all’ARS “Affari Istituzionali” che dovrà esprimersi in merito, prima di portare il disegno di legge in Aula.
A Palermo, a spingere il pedale dell’acceleratore c’è l’onorevole favarese Giovanni Di Caro, che è il primo firmatario del disegno di legge sulla variazione e rettifica dei confini tra i comuni di Favara, Agrigento e Aragona.
Dopo il parere della commissione, Di Caro spera di riuscire a far calendarizzare l’approvazione della legge entro la fine del 2019 e, tramite SICILIA TV NOTIZIARIO, ha lanciato un appello agli abitanti di Favara Ovest e a coloro che sono interessati, affinché possano essere presenti il giorno della votazione.
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