La questione sicurezza dal contagio coronavirus passa pure dai funerali.
È usanza dei favaresi “iri a ddari a manu o mortu”, cioè andare a casa del defunto o davanti alla chiesa dove si è celebrato il rito funebre, oppure al cimitero poco dopo, per porgere le proprie condoglianze ai parenti del defunto.
Le condoglianze vengono poste con una stretta di mano, a volte pure con un bacio o addirittura con un abbraccio tra il parente del defunto e chi si è presentato per ricordare il morto.
Ai tempi del coronavirus le cose però destano preoccupazione e dubbi.
Dare la mano ai parenti del defunto, quanto è pericoloso? Mettersi stretti stretti in massa per cercare di sbrigarsi e accorciare il tempo di attesa, quanto favorirebbe il contagio? E che rischi corrono soprattutto i parenti costretti da questa forma di rispetto a dover stringere la mano o magari baciare tutti coloro che si presentano?
Per questioni di sicurezza e di salute pubblica era necessario fare qualcosa.
Allora la sindaca di Favara, Anna Alba, ha disposto con propria ordinanza del 27 febbraio, la n.28, la sospensione momentanea del saluto di commiato presso i cimiteri comunali.
La sindaca ha dato responsabilità di vigilare, affinché questa ordinanza venga rispettata, ai custodi dei cimiteri che dovranno chiamare la Polizia Municipale in caso di inottemperanza da parte dei cittadini.
Una ordinanza che a nostro parere si presenta monca perché non vieta il saluto davanti alle chiese, quando questo avviene almeno su pubblica via o pubblica piazza.
Ma al fine di evitare un eventuale contagio, i cittadini di Favara (cioè sia i parenti del morto sia chi va “a dari a manu o mortu”) saranno sicuramente concordi, e senza offesa alcuna, nell’evitare di dare o ricevere il classico saluto con strette di mano, baci o abbracci indipendentemente dal luogo dove ciò avvenga: in casa, davanti alle chiese o al cimitero.
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