Università e scuole chiuse per l’emergenza da Covid-19, studenti, maestri e prof. fuori sede in partenza per le regioni di provenienza.
L’esodo da Nord a Sud in realtà è già cominciato da più di una decina di giorni e i primi a spostarsi sono stati i ragazzi che studiano negli atenei lombardi, emiliani e veneti, ai quali si stanno aggiungendo sempre più docenti.
La comunicazione degli spostamenti da una zona all’altra del territorio nazionale è obbligo di legge per tutti i cittadini – e ovviamente non solo per i professori e gli studenti che raggiungono i familiari in città diverse da quelle dove lavorano o studiano – ed è contenuta nel Dpcm del 4 marzo. L’indicazione deve essere fornita al momento dell’arrivo all’Ufficio di Igiene e profilassi che fa capo all’Asl territoriale.
In base alla descrizione dei contatti avuti e del luogo di provenienza, che si tratti di zona rossa, gialla, o città dove comunque sono stati registrati contagi, gli esperti forniranno le regole da seguire. Per esempio, se bisogna restare in auto-isolamento a casa, a distanza di sicurezza dai familiari, se è necessario essere visitati da un medico e come comportarsi con le altre persone. Nel caso in cui ci siano dei sintomi, le persone vengono subito prese in carico per i passaggi sanitari successivi.
Dall’inizio dei controlli sul coronavirus, i laboratori regionali di riferimento (Policlinici di Palermo e Catania) hanno effettuato diverse centinaia di tamponi, la maggior parte risultati negativi.
I dati vengono aggiornati dalla Regione siciliana.
Per migliorare le performance di analisi su cittadini che necessitano del test per il Covid-19 attraverso il tampone rino-faringeo, l’assessorato alla Salute ha individuato ulteriori sette laboratori, dislocati su tutto il territorio regionale, per l’analisi dei campioni.
Spetta comunque ai due laboratori di Palermo e Catania confermare i test sui tamponi, che poi vengono trasferiti all’Istituto superiore di Sanità per la validazione finale.
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