Con l’audizione dei primi testimoni è entrato nel vivo il processo a carico di un netturbino, cinquantunenne, di Favara, arrestato dai carabinieri il 10 gennaio del 2019, e poi tornato libero per scadenza dei termini, accusato di violenza sessuale, e maltrattamenti ai danni della figlia. Nel processo, in corso davanti ai giudici della seconda sezione penale del Tribunale di Agrigento, presieduta da Wilma Angela Mazzara, sono imputati pure la moglie, e due cognati accusati di favoreggiamento.
Pubblicità siciliatv.org
Quest’ultimi – secondo l’accusa – avrebbero tentato di scagionare il capofamiglia. Significativi i contenuti delle conversazioni, intercettati e registrati, nella sala d’attesa dei carabinieri di Agrigento, dove erano stati convocati per essere interrogati. Tra loro parlando dicevano di negare il verificarsi di qualsiasi abuso, rimproverando alla donna di avere “lavato in pubblico i loro panni”.
I fatti contestati risalgono al periodo, che va dal gennaio del 2016, al settembre del 2017. Sono tanti gli episodi contestati. Gli abusi sarebbero avvenuti anche in presenza dei tre nipoti piccoli, o con la minaccia di una pistola. Ma l’uomo avrebbe colpito la figlia anche a calci e pugni per stordirla e violentarla. Violenze sessuali ripetute, ma anche
aggressioni e minacce, instaurando all’interno della famiglia, un clima invivibile e di paura. Si torna in aula il 18 gennaio per l’audizione degli imputati e dei testimoni della parte civile.
Commenta articolo