Un’assoluzione, e una condanna ridotta per due fratelli di Canicattì, riconosciuti colpevoli, in primo grado, delle accuse di tentata estorsione e usura. Il 22 gennaio dell’anno scorso, il Gup del Tribunale di Agrigento Stefano Zammuto aveva inflitto 5 anni di reclusione a Giuseppe Maira, 64 anni, e 4 anni e 8 mesi al fratello Antonio di 70 anni.
I giudici della Corte di Appello di Palermo, accogliendo in parte il ricorso dei difensori, ha assolto Antonio Maira da entrambe le accuse di tentata estorsione e usura, e ridotto la pena al fratello Giuseppe a 4 anni e 4 mesi di reclusione.
I due fratelli, recentemente condannati con accuse analoghe nell’ambito dell’inchiesta “Cappio”, erano accusati di avere messo in piedi un giro di usura ed estorsioni. L’accusa principale al centro del processo è quella mossa da un imprenditore che, secondo la sua versione, sarebbe stato costretto a restituire 70mila euro a fronte di un prestito di 25mila euro.
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