Quarantena con terza dose per positivi e contatti stretti: quali differenze tra isolamento, quarantena e autosorveglianza, come funzionano, a chi si applicano e quando serve il tampone in uscita.
Cosa fare se contraggo il virus dopo la terza dose? E se ho un contatto con un positivo? Già a fine 2021 il governo aveva cambiato le regole sulla quarantena, in previsione della graduale revoca di tutte le restrizioni anti contagio: dopo un contatto con una persona infetta da Covid-19 questa è stata di fatto eliminata e sostituita dall’autosorveglianza per chi ha già ricevuto il booster o ha completato il ciclo vaccinale primario da meno di quattro mesi. Recentemente il ministero della Salute, attraverso una circolare, ha anche accorciato l’isolamento per i positivi non vaccinati. Vediamo quindi quali sono le differenze tra quarantena, isolamento e autosorveglianza, come funzionano, e quando serve il tampone.
Isolamento con dose booster: cosa cambia tra sintomatici e asintomatici
Per chi ha ricevuto la terza dose booster e ha contratto il Covid l’isolamento dura 7 giorni e per uscirne è necessario risultare negativi al tampone. Nel caso di sintomi, però, la situazione cambia: il tampone si può fare infatti solo 10 giorni dalla scoperta di positività e comunque 3 giorni dopo la scomparsa dei sintomi. Per i non vaccinati o i vaccinati con due dosi da oltre quattro mesi l’isolamento dura sempre 10 giorni.
Autosorveglianza con terza dose dopo contatto con positivo
Per i contatti stretti, invece, è prevista la quarantena. Questa è stata recentemente ridotta a 5 giorni anche per i non vaccinati. Per i vaccinati con due dosi o guariti da meno di quattro mesi e per chi ha ricevuto la dose booster, invece, la quarantena sparisce: basterà osservare un regime di autosorveglianza per 10 giorni, indossando sempre la mascherina Ffp2.
Quarantena, autosorveglianza e isolamento: quali sono le differenze
Come abbiamo anticipato, non è più prevista la quarantena per chi ha avuto un contatto con un positivo, ma ha già ricevuto la dose booster del vaccino oppure ha completato il ciclo vaccinale primario o è guarito da meno di quattro mesi. Nella sezione dedicata alle domande frequenti sulle misure anti Covid presente sul sito del governo si legge:
Il decreto prevede che, in caso di contatto stretto con un soggetto confermato positivo al COVID-19, la quarantena preventiva non si applichi:– alle persone che hanno completato il ciclo vaccinale “primario” (senza richiamo) da 120 giorni o meno;
– alle persone che sono guarite dal COVID-19 da 120 giorni o meno;
– alle persone che hanno ricevuto la dose di richiamo del vaccino (cosiddetta “terza dose” o “booster”).
In cosa consiste la differenza tra quarantena e autosorveglianza?
La quarantena è il regime per cui, dopo un contatto con una persona positiva, vengono vietati gli spostamenti e i contatti con le altre persone per monitorare l’eventuale insorgenza di sintomi e scongiurare che il virus si possa diffondere ulteriormente. La quarantena dura 5 giorni sia per i vaccinati da oltre 4 mesi che per i non vaccinati. Durante l’autosorveglianza, che dura 10 giorni, non sono invece vietati gli spostamenti e i contatti con le altre persone: bisognerà però prestare particolare attenzione alle proprie condizioni di salute e, nel caso si iniziassero a manifestare sintomi, bisognerà testarsi per accertare la positività o la negatività.
Si può uscire di casa durante l’autosorveglianza?
Quindi sì, si può uscire di casa durante il regime dell’autosorveglianza. La regola, oltre a monitorare il proprio stato di salute, richiede di indossare la mascherina Ffp2 in ogni occasione per 10 giorni. Ecco cosa precisa il governo tra le Faq:
A tutte queste categorie di persone si applica una auto-sorveglianza, con obbligo di indossare le mascherine FFP2 fino al decimo giorno successivo all’ultima esposizione al soggetto positivo al COVID-19 (quindi l’undicesimo giorno dall’ultimo contatto). È prevista l’effettuazione di un test antigenico rapido o molecolare per la rilevazione dell’antigene Sars-Cov-2 alla prima comparsa dei sintomi e, se ancora sintomatici, al quinto giorno successivo alla data dell’ultimo contatto stretto. Nel caso in cui il test sia effettuato presso centri privati abilitati, è necessario trasmettere alla Asl il referto negativo, anche con modalità elettroniche, per determinare la cessazione del periodo di auto-sorveglianza.
Chi deve fare il tampone e quando?
Nel sito del governo si specifica anche quando è necessario fare il tampone. Per le categorie a cui viene applicata la quarantena di 5 giorni è sempre previsto il tampone negativo in uscita. Per l’autosorveglianza, invece, non è necessario effettuare un tampone al termine dei 10 giorni se non si sono mai sviluppati sintomi: al contrario, è necessario sottoporsi al test alla comparsa della sintomatologia connessa al Covid, oppure, se ancora sintomatici, al quinto giorno.
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