È del 3 novembre 1927 il primo documento noto (nell’Archivio Centrale dello Stato) riguardante chiese cristiane pentecostali in Italia. In quella relazione “riservatissima” il questore di Agrigento comunicava al Ministero dell’Interno la presenza di un gruppo di 35 pentecostali a Raffadali e richiedeva maggiori informazioni e istruzioni a riguardo; assicurava che i pentecostali non s’interessavano di politica e si mostravano ossequienti alle leggi e al Governo Nazionale, «il clero di Raffadali si è però preoccupato della diffusione di tale nuova religione e mira allo scioglimento dell’aggregazione».
L’anno successivo, nel 1928, anche il regime fascista cominciò a preoccuparsi della diffusione del pentecostalismo, difficilmente inquadrabile nel clima di controllo dittatoriale, e iniziò a effettuare indagini anche a carattere nazionale.
“Irriducibili Pentecostali” è il titolo del saggio di Marina Pagano che descrive la storia del movimento pentecostale italiano dalle origini, alle persecuzioni, all’intesa con lo Stato. Era il 9 aprile del 1935 quando, in uno dei momenti più bui e drammatici della storia italiana e mondiale, sotto il governo di Benito Mussolini venne diffusa la “circolare Buffarini Guidi”, che prendeva il nome dall’allora sottosegretario al Ministero dell’Interno, Guido Buffarini Guidi. La direttiva, diramata in tutte le prefetture italiane dell’epoca e nelle questure, autorizzava di fatto una delle più assurde persecuzioni religiose in Italia – tre anni prima di quella, atroce, che riguardò gli ebrei – e bandì il culto pentecostale, «essendo risultato che esso si estrinseca e si concreta in pratiche religiose contrarie all’ordine sociale e nocive all’integrità fisica e psichica della razza».
Quella circolare, che non fu facile fare abrogare nemmeno dopo la Liberazione, sopravvisse per vent’anni, fino al 1955.
L’opera di Marina Pagano, attraverso l’esame di documenti provenienti dall’Archivio Centrale dello Stato, racconta le storie di vita dei pionieri del movimento delle “Assemblee di Dio in Italia” e dei pastori delle piccole comunità che nascevano su tutto il territorio nazionale.
Una sopraffina narrazione storica e dottrinale fra la drammaticità e il dolore della persecuzione, fino all’intesa con lo Stato italiano, raggiunta il 29 dicembre del 1986. Dossieraggi ordinati dai prefetti del fascismo, rapporti della polizia segreta del regime, informative alle Procure e segnalazioni di spie pagate dal governo mussoliniano, tra gli atti fino ad ora inediti che l’autrice ha pubblicato nell’opera “Irriducibili Pentecostali”, edita da NeP Edizioni.
La prefazione del testo è stata curata dal professor Gaetano Lettieri, ordinario di Storia del Cristianesimo e delle Chiese e direttore del Dipartimento di Storia Antropologia Religioni Arte Spettacolo Università di Roma «La Sapienza», insieme alla dottoressa Gabriella Liberati, 1° Ricercatore senior del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) e membro del Consiglio Scientifico dell’Associazione Karol Wojtyla.
L’autrice del volume è nata a Roma nel 1968; pentecostale di terza generazione, si è laureata con lode in Lettere e Filosofia alla Sapienza, indirizzo archeologico, con una tesi in Storia del Cristianesimo sui pentecostali. Per quasi vent’anni è stata editor presso l’Ufficio Storico della Marina Militare, curandone la revisione dei libri e il “Bollettino d’Archivio”. Collabora con la rivista “Storia Militare” ed è redattore della rivista “Lega Navale”.
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