“Non c’è l’intenzione di fare sconti a nessuno. Stiamo affinando alcuni meccanismi nella lotta alla mafia per seguire i flussi di denaro e incoraggiare e supportare le attività degli inquirenti. Il governo può agevolare e fare tutto il possibile perché gli inquirenti possano andare avanti”. Così ha parlato il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, a Palermo, dove ha deposto una corona di alloro davanti alla stele di Capaci per rendere omaggio ai magistrati Giovanni Falcone e Francesca Morvillo e agli agenti di polizia vittime della strage mafiosa del 23 maggio del ’92.
“Dal nostro angolo di osservazione la mafia è sicuramente cambiata – ha aggiunto il ministro – ed è meno violenta, questo appare agli occhi di tutti. Stamattina c’è stata una grande operazione antimafia con poco più di 100 arresti e sono tutti legati alle dinamiche del volto della nuova mafia, apparentemente meno visibile ma che permane nei gangli vitali della nostra società. La mafia va combattuta in quanto tale e bisogna farlo anche attraverso un impegno civile diffuso. Ci incoraggia la visione di Falcone quando diceva che la mafia è un fenomeno umano”.
“La vicenda di Matteo Messina Denaro – ha concluso – indica che esiste una zona grigia, una melassa, a cui ci dobbiamo ribellare. E l’impegno di tutti noi e della società deve servire affinché la borghesia mafiosa si vada sempre più assottigliando”.
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