Rivive la battaglia sociale iniziata anni fa da Giuseppe Gatì, giovane ragazzo campobellese deceduto per una morte bianca nel 2009, autore di un blog sul quale scriveva costantemente del suo senso di appartenenza alla propria terra e delle battaglie a sua difesa.
Gatì è oggi, a più di un decennio, l’ispiratore del primo “Festival per il diritto a restare” che, all’insegna del motto “Questa è la mia terra e io la difendo”, avrà inizio a Campobello di Licata il prossimo 23 agosto.
A riprendere le idee di Giuseppe Gatì e a dare loro nuova linfa sono i giovani di Campobello di Licata e dell’hinterland che vogliono lottare contro la fuga dalla nostra terra sottolineando che questa non sia l’unica soluzione per il futuro.
Dunque Campobello di Licata con il “Festival per il diritto di restare” si offrirà come moderna agorà per ospitare tutti coloro che vorranno condividere e raccontare la loro storia personale e la loro decisione di rimanere in Sicilia e lottare per il loro futuro. SI tratterà di una tavola rotonda durante la quale si intrecceranno le esperienze di chi ha scelto di reinventarsi nella realtà locale e di chi, invece, ha deciso di andar via.
Queste testimonianze costituiranno la pietra d’angolo per dare vita al “Centro Studi Giuseppe Gatì” che si concentrerà sulla diffusione della cultura del “restare” attraverso la ricerca, la condivisione di storie meritevoli e la promozione di progetti innovativi.
Per finanziare il “Festival per il diritto a restare” e il nascente “Centro Studi Giuseppe Gatì” è stata avviata una raccolta fondi sul web; tutti quelli che vogliono contribuire possono farlo all’indirizzo internet https://gofund.me/a7b6811a
“Ogni cambiamento parte da un piccolo gesto di tanti – afferma l’assessore alla Cultura Calogero Patti. Questo è il motivo per cui vorremmo che il “Festival per il diritto a restare” nasca dall’impegno, anche simbolico, di chiunque, come noi, sente forte questa missione e che sia pronto ad aiutarci a trasformare questa idea in qualcosa di concreto. Ringrazio fin da ora la famiglia di Giuseppe Gatì e in particolare il papà Giacomo nonché tutti i volontari che ci sono accanto e ci supportano con idee, proposte, tempo e dedizione”.
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