“Devo ringraziare la stampa locale, e non quella nazionale, per avere raccontato la verità dei fatti, sempre, sul lavoro che abbiamo fatto in questi otto mesi che non è stato solo immigrazione, Lampedusa e Porto Empedocle, ma tante altre cose. Sono stati 8 mesi vissuti di corsa dove io sono stato il direttore tecnico di una squadra, abbiamo portato a casa la promozione senza perdere neanche una partita”. Così, ai nostri microfoni, usando un parallelismo calcistico, il questore di Agrigento Emanuele Ricifari ha descritto la sua esperienza agrigentina da metà marzo scorso ad oggi.
Promosso dirigente generale di pubblica sicurezza, da lunedì prossimo, prenderà servizio a Roma al Viminale. Si occuperà di sviluppare un’analisi criminologica dei contesti urbani per individuare rinnovate strategie di prevenzione e conseguenti protocolli operativi.
Ma prima di partire, nella sala San Michele Arcangelo ha incontrato la stampa per un saluto alla città. Nonostante il breve mandato agrigentino, va sicuramente riconosciuto al questore Ricifari il merito di avere cambiato mentalità, ripristinando le regole, sullo svolgimento delle manifestazioni religiose, musicali e sportive.
“Lascio una provincia – ha aggiunto il questore – che ha capito i concetti di prevenzione e sicurezza che fino a ieri si traducevano nel ‘si è sempre fatto così’ e che ha invece scoperto che si può fare di più, meglio e diversamente nel rispetto della tradizione. Pian piano lo hanno capito anche i cittadini. Hanno capito, seppure nelle polemiche, che San Calogero si può fare rispettando le tradizioni. Ma non ci sono state 57 persone passate, come l’anno scorso, dal pronto soccorso. Quest’anno sono state solo 3, questo è un ottimo risultato ottenuto grazie al rispetto delle norme di sicurezza. Ringrazio quindi la Diocesi e il vescovo che si è schierato con noi”. Ricifari si è speso tanto anche per l’apertura del primo Commissariato di polizia a Lampedusa. L’inaugurazione è prevista alla fine dell’anno.
“Consentitemi di dire grazie soprattutto a questi due – ha detto riferendosi al vicario Francesco Marino e al capo di Gabinetto Antonio Squillaci che ha avuto di fianco durante la conferenza stampa -. Perché assieme a loro ho trascorso 18 ore al giorno e 24 fra telefono e messaggi”.
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