E’ iniziata l’udienza preliminare scaturita dall’inchiesta denominata “Mosaico bis”, che ipotizza un traffico di sostanze stupefacenti e di armi con base a Favara ma con diramazioni anche ad Agrigento e Canicattì. Il pubblico ministero della Procura di Agrigento, Paola Vetro, ha chiesto il rinvio a giudizio di ventisei persone. Fra loro pure il fratello di Gessica Lattuca, il 43enne Vincenzo Lattuca, morto la sera del 20 giugno in circostanze ancora da chiarire. L’ipotesi su cui indagano i poliziotti della Squadra Mobile è che l’avesse uccisa lui, insieme ad alcuni complici allo stato ignoti con cui avrebbe fatto sparire il cadavere.
Oggi in aula 18 imputati hanno chiesto il giudizio abbreviato, uno ha chiesto di patteggiare e altri cinque non hanno chiesto alcun rito alternativo e di conseguenza sarà il Gup del Tribunale di Agrigento Giuseppa Zampino a decidere se disporre o meno il rinvio a giudizio.
Hanno scelto il giudizio abbreviato: Salvatore Sicilia, 41 anni; Ignazio Sicilia, 49 anni; Gerlando Russotto, 34 anni; Calogero Greco Gambino, 31 anni; Salvatore Alba, 40 anni; Salvatore Butticè, 36 anni; Emilio Nobile, 29 anni; Salvatore Greco, 28 anni; Salvatore Matina, 36 anni; Sharon Sortino, 31 anni; Giusy Mendolia Calella, 29 anni; Calogero Cusumano, 36 anni; Antonella Farabino, 53 anni; Stefano Di Maria, 31 anni e Luigi Deriu, 39 anni, tutti di Favara, ed ancora Ignazio Agrò, 65 anni di Racalmuto; Alessandro Puntorno, 55 anni di Agrigento e Salvatore Fortunato, 25 anni di Agrigento.
Le posizioni di altri due imputati, Nicola Chiarelli, 29 anni e Salvatore Chiarelli, 57 anni, entrambi di Canicattì, sono state congelate nell’attesa del pronunciamento sull’eccezione di incompetenza territoriale sollevata dalla difesa. In cinque, invece, hanno deciso di non chiedere riti alternativi e si profila il rito ordinario. Si tratta di Filippo Russotto, ex compagno di Gessica Lattuca, la madre di 4 figli scomparsa da Favara nel 2018; Michele Amato, 50 anni di Canicattì; Gioacchino Domenico Lo Giudice, 37 anni di Canicattì e Giovanni Sortino, 57 anni di Favara.
Un imputato, infine, Antonino Sortino, 31 anni di Favara, attraverso il suo difensore, l’avvocato Salvatore Cusumano, ha chiesto di patteggiare la pena. Si torna in aula il 12 febbraio per definire tutte le posizioni. L’inchiesta “madre”, che ha portato alle condanne è stata svolta dalla Dda di Palermo. I restanti filoni investigativi, relativi a un giro di armi e droga, sono stati trattati dalla Procura di Agrigento. Le contestazioni sono relative al periodo compreso fra il 2018 e il 2020.
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