I giudici della Corte di Assise del Tribunale di Agrigento hanno dato il via libera per sentire la registrazione di un’intercettazione in aula. Il processo è quello con l’unico imputato che non ha scelto il rito abbreviato ed è stato rinviato a giudizio, nell’ambito dell’inchiesta “Mosaico” sulla faida Favara-Liegi. Sul banco degli imputati siede Carmelo Vardaro, 47 anni di Favara, difeso dall’avocato Salvatore Virgone.
La trascrizione di una intercettazione effettuata dai periti nominati dai giudici risulterebbe difforme a quanto invece rilevato durante la fase delle indagini, dagli agenti della Squadra Mobile. L’avvocato Virgone ha sollevato la questione nell’ultima udienza chiedendo che venga fatta chiarezza sulla circostanza. Si tratta di una conversazione captata dai poliziotti all’ospedale di Agrigento, subito dopo il tentato omicidio di Carmelo Nicotra.
Il sostituto procuratore della Dda di Palermo, Alessia Sinatra, ha così chiesto e ottenuto che l’intercettazione venga fatta sentire in aula. Il processo è stato aggiornato al prossimo 13 febbraio. Le indagini della Squadra Mobile di Agrigento, con la collaborazione della Mobile di Palermo e della polizia belga, hanno consentito di ricostruire la “scia” di sangue con 5 omicidi consumati, e altrettanti tentati (commessi tra Liegi e Favara tra il 2016, ed il 2018), e altri due tentati omicidi mai denunciati.
Vardaro è accusato dell’omicidio di Mario Jakelich e dei tentati omicidi di Maurizio Distefano e Carmelo Nicotra. Questi ultimi si sono costituiti parte civile rappresentati dall’avvocato Salvatore Cusumano.
Vardaro avrebbe fatto parte del commando che ha freddato Jakelich, con un colpo di pistola in fronte, il 14 settembre del 2016 in Belgio, mentre la vittima designata il favarese Maurizio Di Stefano, colpito da alcuni proiettili, riuscì a salvarsi. Lo stesso Distefano ritenuto, il 23 maggio del 2017, scampò ad un secondo agguato nel garage di Carmelo Nicotra rimasto ferito da alcuni colpi di kalashnikov ai glutei.
Lo stralcio abbreviato, con altri sei imputati, si è concluso in Appello con quattro condanne notevolmente ridimensionate e due assoluzioni.
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