Adesso non resta che attendere i risultati balistici e biologici. I carabinieri del Ris di Messina hanno concluso gli esami irripetibili, disposti dalla Procura di Agrigento, sui reperti sequestrati sul luogo dell’omicidio del sessantanovenne, commerciante di auto, di Favara, Francesco Simone, ucciso la mattina del 7 dicembre scorso con tre colpi di pistola, quello mortale esploso in faccia a distanza ravvicinata, nella sua abitazione di campagna in contrada “Poggio Muto”, nei pressi di contrada Crocca.
Il 20 gennaio scorso è trapelata la notizia che c’è un indagato per il delitto: il vicino di terreno. Gli esiti di tutti gli approfondimenti potrebbero così fornire ulteriori e decisivi elementi per chiudere il cerchio investigativo. Le indagini sono svolte dai carabinieri del Comando provinciale di Agrigento, diretti dal colonnello Nicola De Tullio e dal tenente colonnello Vincenzo Bulla. Banali e futili motivi avrebbero scatenato la furia omicida dell’assassino. I militari dell’Arma, insomma, avrebbero individuato movente e presunto esecutore materiale del delitto.
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