Concluse le arringhe difensive al processo scaturito dalla maxi inchiesta “Hybris”, condotta dal personale della squadra Mobile della Questura di Agrigento e dai magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Palermo che, ha permesso di sgominare una vera e propria organizzazione criminale operativa specializzata nel traffico di ingenti quantitativi di cocaina, spacciata al prezzo di 40 o anche 50 euro a “pallina” nel quartiere del “Bronx” di via Palma a Licata.
Il procedimento è stato diviso in tre tronconi e in abbreviato sono cinque gli imputati. Tra questi anche Michele Cavaleri, ritenuto dagli inquirenti a capo dell’associazione a delinquere, nonché principale personaggio dell’intera indagine. I magistrati della Dda hanno chiesto nei suoi confronti la condanna a 20 anni di reclusione.
Richieste di condanna anche per gli altri quattro imputati: 12 anni di reclusione per Lillo Serravalle, 10 anni di reclusione per Ferdinando Serravalle; 9 anni e 4 mesi di reclusione per Angelo Sorriso; 12 anni e 8 mesi per Concetta Marino.
Nelle ultime udienze la parola è passata ai difensori. Gli avvocati Giovanni Castronovo e Giuseppe Vinciguerra hanno discusso la posizione di Michele Cavaleri contestando l’impianto accusatorio. Analoga tesi difensiva è stata portata avanti dagli altri legali, tra gli altri, gli avvocati Gaspare Lombardo e Vincenzo Di Giovanna.
Secondo i difensori, infatti, mancherebbero gli elementi utili a sostenere l’esistenza di una vera e propria associazione a delinquere. Il giudice ha così rinviato il processo al prossimo 11 marzo quando, dopo eventuali repliche, emetterà la sentenza.
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