Arresti in Sicilia e Lombardia vengono eseguiti in queste ore dalla polizia di Stato di Enna su ordine del Gip del tribunale di Caltanissetta, Giovanbattista Tona, che ha firmato gli ordini di custodia cautelare su richiesta del pm della Dda di Caltanissetta, Roberto Condorelli.
L’operazione viene condotta dagli agenti della squadra mobile di Enna, in collaborazione con quelli di Caltanissetta, Milano e Cremona. Le misure cautelari riguardano presunti esponenti di rilievo della famiglia mafiosa di Enna.
Le indagini dei poliziotti sono state riscontrate e confermate dalle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia che hanno indicato i nuovi capimafia della zona fra Enna e Caltanissetta.
Per tutti, a vario titolo, sono state contestate le accuse di associazione mafiosa ed estorsione aggravata.
Per uno degli indagati l’accusa è anche quella di avere favorito la latitanza del boss di Gela, Antonio Rinzivillo, arrestato il 20 aprile 2001 a Pioltello in provincia di Milano.
Nell’ ambito dell’ operazione, denominata ‘Sgarbò, agenti delle squadri mobili di Enna e Caltanissetta hanno arrestato Vincenzo Militello, di 52 anni, originario di Regalbuto (Enna); Salvatore e Giuseppe Privitelli, di 35 e 28 anni, entrambi di Mazzarino (Caltanissetta); e di Calogero Ferruggia, di 43 anni, e Antonino Tramontana, di 51, entrambi di Pietraperzia (Enna), ma residenti, rispettivamente, a Peschiera Borromeo (Milano) e a Spino D’ Adda (Cremona).
Con l’ esecuzione dell’ ordine di custodia cautelare emesso dal Gip Tona, la polizia ritiene di avere sgominato la cellula di Cosa nostra che operava a Regalbuto, paese dell’ entroterra siciliano in provincia di Enna ai cui vertici, secondo l’ accusa, ci sarebbe stato Vincenzo Militello, indicato da diversi collaboratori di giustizia come esponente di spicco della mafia ennese.
Ferruggia, invece, è indagato perchè ritenuto elemento di spessore della «famiglia» di Pietraperzia ed è sospettato, tra l’ altro, di avere agevolato la latitanza del boss gelese, Antonio Rinzivillo, ritenuto anche uno spietato sicario, che fu arrestato dalla polizia a Milano il 20 marzo del 2001 a Pioltello (Milano).
Gli atri tre arrestati sono indagati per estorsione: secondo quanto rivelato dal «pentito» Liborio Di Dio, avrebbero chiesto una tangente ad un imprenditore edile a Barrafranca. Sarebbe stato Salvatore Privitelli a chiedere il pagamento del ‘pizzò, ma commise l’ errore di avanzare la richiesta al responsabile del cantiere, che era proprio Di Dio, che in quel momento era il capo mandamento di Cosa nostra ad Enna. Il boss non potè rispondere allo «sgarbo» perché fu arrestato e subito dopo decise di collaborare con la giustizia.
Mafia, operazione della Polizia. 5 arresti tra Sicilia e Milano
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