Come si ricorderà, il corpo senza vita di Miceli venne trovato dal fratello all’interno del laboratorio di via Crispi. Il cadavere si presentava con il volto completamente tumefatto. Macchie di sangue sparse ovunque.
Come detto, accusato di questo brutale omicidio è Gaetano Sciortino, arrestato dai carabinieri lo scorso 20 ottobre, a distanza di quasi due anni dal fatto. L’attività investigativa, spiegavano i militari durante la conferenza stampa, si era avvalsa di riprese video realizzate da alcune telecamere esistenti nelle adiacenze del luogo del delitto. Grazie ai filmati è stato possibile concentrare l’attenzione su una vettura, una Fiat Punto di colore nero, guidata dal presunto omicida. Il giorno del delitto Sciortino avrebbe pedinato la vittima effettuando dei veri e propri appostamenti con soste prolungate agli angoli delle strade da dove era possibile osservare i movimenti dell’artigiano.
Sciortino, durante l’interrogatorio, si avvalse della facoltà di non rispondere e i suoi legali, gli avvocati Santo Lucia e Giovanna Morello, avevano annunciato ricorso al Tribunale del Riesame per chiedere l’annullamento dell’ordinanza emessa dal giudice Stefano Zammuto, su richiesta del pm Silvia Baldi. Adesso il Riesame si pronuncia e rigetta la richiesta. Sciortino rimane quindi in carcere.
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