Il pubblico ministero della Dda di Palermo, Alessia Sinatra ha iniziato la sua requisitoria al processo scaturito dall’inchiesta “Mosaico”, che ha svelato una faida sull’asse Favara-Belgio. Le indagini della squadra Mobile di Agrigento, con la collaborazione della Mobile di Palermo e della polizia belga, hanno consentito di ricostruire la “scia” di sangue con 5 omicidi consumati, e altrettanti tentati (commessi tra Liegi e Favara tra il 2016, ed il 2018), e altri due tentati omicidi mai denunciati.
Sul banco degli imputati Antonio Bellavia, 48 anni; Calogero Bellavia, 30 anni; Calogero Ferraro, 43 anni; Carmelo Nicotra, 39 anni; Gerlando Russotto, 31 anni; Carmelo Vardaro, 44 anni, e Vincenzo Vitello, 64 anni, tutti di Favara, e Calogero Gastoni, 38 anni, di Agrigento.
Il solo Vardaro non ha scelto riti alternativi e, già all’udienza precedente, è stato rinviato a giudizio. Il dibattimento inizierà il 26 ottobre davanti ai giudici della Corte di assise del Tribunale di Agrigento, presieduta da Alfonso Malato. Tutti gli altri sono giudicati con il rito abbreviato, e la requisitoria, appena iniziata, continua il 21 e il 28 ottobre con le richieste conclusive. La posizione di Maurizio Distefano detto “furia”, 47 anni, di Favara, invece, non essendo residente in Italia, è stata stralciata.
Le accuse, a vario titolo, sono di associazione a delinquere di tipo mafioso, omicidio, e tentato omicidio. Calogero Bellavia, figlio di Carmelo Bellavia, ucciso nel gennaio del 2015, davanti al suo deposito di acqua e bibite, in questa inchiesta è finito in carcere per il duplice tentato omicidio, avvenuto a Favara, il 23 aprile del 2017, del trentottenne Carmelo Nicotra, e di Maurizio Distefano. Ma è ritenuto coinvolto anche nell’omicidio del giovane empedoclino Mario Jakelich, e di un primo tentato omicidio nei confronti dello stesso Distefano, a Liegi il 14 settembre di quattro anni fa.
E sarebbe stato sempre lui, in compagnia di Antonio Bellavia, a sparare all’indirizzo di Carmelo Ciffa, il quarantaduenne di Porto Empedocle, crivellato a pistolettate, il 26 ottobre del 2016, davanti ad un supermarket di Corso Vittorio Veneto, a Favara. Tra le altre accuse contestate dalla Dda, sarebbe stato Gastoni ad uccidere Emanuele Ferraro, attinto da 5 colpi di pistola cal. 7,65, esplosi a distanza ravvicinata, la mattina dell’8 marzo del 2018, in via Diaz, nell’abitato favarese.
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