L’imputato ha dei problemi di udito, e può partecipare attivamente all’udienza solo se presente in aula. Slitta così ancora una volta l’inizio del dibattimento del processo a carico di Carmelo Vardaro, 45 anni, di Favara, unico imputato che non ha scelto il rito abbreviato ed è stato rinviato a giudizio, nell’ambito dell’inchiesta “Mosaico” sulla faida che fra Favara e il Belgio.
Le indagini della squadra Mobile di Agrigento, con la collaborazione della Mobile di Palermo e della polizia belga, hanno consentito di ricostruire la “scia” di sangue con 5 omicidi consumati, e altrettanti tentati (commessi tra Liegi e Favara tra il 2016, ed il 2018), e altri due tentati omicidi mai denunciati. Vardaro è accusato di un omicidio, di due tentati omicidi, di due estorsioni con metodo mafioso, e di una serie di episodi “satellite”.
Il legale difensore dell’imputato, l’avvocato Salvatore Virgone, aveva chiesto ai giudici di disporre degli accertamenti sanitari che hanno confermato problemi all’udito, e quindi l’impossibilità di partecipare attivamente all’udienza.
Il collegio dei giudici del Tribunale di Agrigento, presieduto da Alfonso Malato ha rinviato l’inizio del dibattimento al 21 dicembre prossimo, per la deposizione del dirigente della squadra Mobile di Agrigento, che sarà sentito ascoltato soltanto se sarà trovata una soluzione al problema. Vardaro potrebbe essere trasferito dal carcere di Melfi dove si trova attualmente detenuto, in una Casa circondariale siciliana, e trasportato quel giorno, al palazzo di Giustizia di Agrigento per partecipare all’udienza.
Alcune vittime e familiari si sono costituiti parte civile e sono pronti a chiedere il risarcimento dei danni. Vardaro avrebbe fatto parte del commando che ha freddato l’empedoclino Mario Jakelich, con un colpo di pistola in fronte, il 14 settembre del 2016 in Belgio, mentre la vittima designata il favarese Maurizio Di Stefano, colpito da alcuni proiettili, riuscì a salvarsi. Lo stesso Distefano ritenuto, il 23 maggio del 2017, scampò ad un secondo agguato nel garage di Carmelo Nicotra rimasto ferito da alcuni colpi di kalashnikov ai glutei.
Il favarese avrebbe commesso i due fatti di sangue insieme a Calogero e Antonio Bellavia, mentre i fratelli Calogero ed Emanuele Ferraro, quest’ultimo a sua volta ucciso, avrebbero partecipato al solo agguato ai danni di Nicotra, e Di Stefano.
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