E’ salito al quinto piano del Palazzo di Giustizia di Agrigento, e s’è presentato in Procura, l’avvocato agrigentino Omar Giampaolo Mohamed Ahmed, per anni difensore dell’imprenditore Marco Campione, dicendo di volere rinunciare al mandato difensivo. Nel corso del colloquio con il procuratore Salvatore Vella, e i pubblici ministeri Sara Varazi e Paola Vetro, ha rilasciato dichiarazioni spontanee sul gruppo “Campione”, nell’ambito dell’inchiesta “Waterloo”, su un giro di corruzione attorno a “Girgenti Acque”, società che gestiva il servizio idrico prima del commissariamento. Il legale, che non è indagato, ha sottoscritto otto pagine di verbale.
Omar Giampaolo Mohamed Ahmed sostiene di essere creditore di Campione di oltre 170 mila euro, in parte compensati con una fornitura di materiale elettrico di 50mila euro per la sua villetta, dopo avere tentato di riscuotere le parcelle. L’avvocato Mohamed Amed, quasi dieci anni fa, è stato assunto come collaboratore, fino ad arrivare a dirigere l’ufficio legale di “Girgenti Acque”, e assumere la difesa personale dell’imprenditore Campione, in tutti i procedimenti giudiziari insieme ad altri avvocati.
Ha parlato di un particolare sistema di controllo dei dipendenti che, in sostanza, sarebbero stati tutti monitorati attraverso un investigatore privato. “Ne selezionai uno che veniva pagato attorno ai 30-35 euro a pratica – ha raccontato il legale -. Ricordo che lo screening fu fatto da me, su tutti i dipendenti, e collaboratori già assunti. I raccomandati erano comunque costretti a lavorare anche se credevano di prendersi lo stipendio senza fare nulla”.
“I rapporti fra me e Campione – ha concluso il professionista – si sono raffreddati circa due mesi fa. Sono creditore di circa 170 mila euro, gli voglio bene, ma di quell’uomo non mi fido più”.
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