Approvato dalla giunta guidata dal sindaco Franco Miccichè il progetto di recupero di 24 unità operative nel rione Santa Croce, all’interno del quartiere Rabato, nel centro storico di Agrigento. Il progetto ha un importo complessivo di 5.390.000 euro. Il progetto, adesso, dovrà essere affidato nell’ambito del Piano nazionale di resistenza e resilienza e nel Piano nazionale complementare.
Saranno realizzati 5 comparti abitativi caratterizzati da un vano scala ciascuno (a eccezione di un comparto abitativo), per un totale di 24 alloggi. Ogni edificio sarà composto da 1 o 2 piani fuori terra (un piano rialzato e uno o due livelli) destinati a civile abitazione oltre la copertura a terrazzo praticabile.
“Il quartiere oggi – si legge in una nota del Comune di Agrigento – è caratterizzato da fenomeni di abbandono e profondo degrado, dovuti prevalentemente a ragioni economico-sociali e alla vetustà degli immobili di cui la maggior parte resi inagibili da danni strutturali che nei casi più gravi hanno causato il crollo di intere unità”.
L’indirizzo condiviso con il progettista dall’amministrazione, è stato quello di procedere a un intervento complessivo sull’isolato compreso tra le vie Zuppardo, Cobaitari, Alletto e vicolo Cobaitari, nel quale sono allocate parte delle proprietà comunali. L’intervento, dato lo stato di conservazione degli edifici, prevede la sostituzione edilizia tramite demolizione e la ricostruzione dell’intero comparto compatibile con le previsioni urbanistiche dell’area.
“Gli immobili oggetto di valutazione per la maggior parte sono inagibili e inabitati – spiega l’assessore Gerlando Principato – , per cui avendo ottenuto le opportune autorizzazioni si può da subito procedere all’appalto integrato per l’affidamento della progettazione esecutiva e l’esecuzione dei lavori”.
“Agrigento ha dovuto affrontare in passato scelte scellerate – conclude Principato – che hanno contribuito allo spopolamento del centro cittadino e alla creazione di una realtà urbana frammentata in altre aree. Per cambiare rotta e adeguarsi alle politiche europee, è necessario un risveglio repentino”.
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