La sindaca di Favara, Anna Alba, dopo aver ieri fatto protocollare le sue dimissioni, stamattina ha tenuto una conferenza stampa nella stanza del sindaco del Palazzo di Città in Piazza Cavour. Una conferenza convocata per le 10e30 e cominciata mai così puntuale.
Ricordiamo che Alba ha tempo 20 giorni per ritirare le dimissioni, fino al lunedì 2 agosto prossimo, anche se pare risoluta nella sua scelta di abbandonare l’incarico.
La Prima cittadino aveva accanto a se molti degli assessori da lei nominata. C’erano il vicesindaco Giuseppe Bennica e i colleghi Maria Laura Maggiore e Leonardo Caramazza. Era schierato pure il recente dimissionario Davide Romeo. “Gli altri che non sono seduti a questo tavolo – ha aggiunto – stanno ancora lavorando e lo faranno fino all’ultimo giorno”.
Ecco quello che ha detto. Riportiamo per intero il documento che ha letto durante la conferenza stampa.
Salve a tutti.
Oggi credo sia doveroso parlare alla mia comunità e spiegare in dettaglio la mia scelta di dare le dimissioni a due mesi dalla scadenza del mio mandato. Scelta che vorrei potesse essere condivisibile e comprensibile a tutti e non solo criticata e strumentalizzata come sta avvenendo in questi giorni.
Era il 21 giugno 2016 abbiamo giurato fedeltà alla costituzione con tanta emozione e voglia di metterci a lavorare per una comunità che aveva aspettative elevatissime.
In questi anni abbiamo raggiunto importanti risultati:
– Il rifacimento piazza Cavour
– La ristrutturazione dell’Ex carcere e della Biblioteca
– Operato razionalizzazioni economiche come il fitto piazza don Giustino dopo 30 anni
– Recupero ed avvio del progetto di Metanizzazione che si stava perdendo a causa delle mancate approvazioni con i pareri degli enti preposti
-Efficientemente energetico con un importantissimo risparmio per la comunità
– Scuole nuove consegnate agli studenti
– Asilo nido
– Mensa
– Regolamento cimiteriale che non ha messo in ginocchio il sistema delle tumulazioni
– Abbiamo avviato la pulizia delle caditoie dopo 20 anni di mancata pulizia.
– Riduzione del costo della politica: Ho rinunciato a circa 50 mila euro di indennità in questi anni e sfido chiunque verrà dopo di me a fare lo stesso.
– Abbiamo rimodulato la pianta organica delle farmacie
– La riapertura del mercato del venerdì con il superamento del totale abusivismo che c’era da anni e di cui nessuno ha mai voluto occuparsi in passato.
– Abbiamo ristabilito l’ordine di priorità nelle cose e tentato di evitare il clientelismo del precariato. Perché i precari nel tempo sono stati oggetto di varie promesse e lo sono ancora.
– Abbiamo fatto atti di indirizzo per avviare il percorso di stabilizzazione perché non si gioca a risiko con la vita delle persone. Almeno io non lo faccio. Lo lascio fare a chi nel tempo ha fatto finta di spendersi per loro e poi quando ne ha avuto la possibilità non lo ha fatto.
Abbiamo messo in ordine in conti del comune, approvato in piena pandemia il bilancio 2016-2018, il rendiconto 2016, il bilancio 2017-2019, il rendiconto 2017, bilancio 2018-2020, il rendiconto 2018, il bilancio 2019-2021 e tutti gli atti propedeutici per consentire il rientro da un dissesto che ormai aveva incancrenito l’ente da anni. Sfido chiunque a dimostrare che qualsiasi altro amministratore sia riuscito ad approvare lo stesso numero di bilanci in così poco tempo e in piena emergenza pandemica.
Abbiamo dichiarato il dissesto finanziario nonostante le tasse fossero state già aumentate dall’amministrazione precedente invece di aspettare che la Corte dei Conti lo dichiarasse al posto nostro. Ma attendere e non assumersi responsabilità non fa parte del mio modo di operare ma di quello dei vari mestieranti della politica che hanno voluto nascondere per anni la polvere sotto il tappeto.
Ho sempre amministrato con coscienza ed ho cercato di garantire sempre il meglio per la mia comunità. Spesso sono stata criticata per i miei toni schietti, per il mio essere ostinata e a volte testarda, e per essere poco incline a prendere in giro il prossimo. Perdonatemi, ma preferisco la schiettezza alle menzogne e alle false illusioni.
Mi sono trovata a dover amministrare una città all’interno di una crisi sanitaria mondiale. Mai mi sarei potuta aspettare una situazione del genere.
La pandemia mi ha insegnato a gestire non solo la mia paura ma la paura di tutta la mia comunità.
Paura per la vita delle persone che sentivo in qualsiasi momento della giornata. Chiamavo ogni singolo cittadino per chiedere se stava bene, per dare loro informazioni puntuali, o anche solo per fargli sentire che io ero con loro. Nonostante i pianti per alcuni casi più gravi, ho sempre cercato di stargli vicino e infondere in loro fiducia sul fatto che potessero farcela.
È stato difficile, complicato, provante.
Chi ha perso un proprio caro a causa del COVID resterà sempre nelle mie preghiere.
Ringrazio tutti coloro che nei momenti difficili mi sono stati vicino e mi hanno insegnato tanto.
Ringrazio la gente che è stata promotrice di belle azioni e che è voluta rimanere anonima.
In questo frangente ho dovuto mostrarmi alla mia comunità sempre sorridente anche quando ero triste e preoccupata. Ma voi avete imparato a capire già dal primo cenno di sorriso cosa stessi per comunicarvi nelle mie dirette.
Credevo di appartenere ad un gruppo politico in cui la regola dell’uno vale uno avrebbe portato un processo di democrazia partecipata nella quale ognuno si assumesse pro quota la propria responsabilità come io ho fatto fino ad oggi e continuerò a fare fino all’ultimo giorno in cui sarò Sindaco di questa città. Sicuramente con 20 deputati regionali del tuo movimento, di cui uno persino favarese, ci si aspettava una collaborazione e un dialogo che avrebbe potuto fare la differenza.
Purtroppo invece, chi doveva assumersi parte della responsabilità, non solo si è voltato dall’altra parte ma ha rappresentato un grosso ostacolo, un avversario capaci di colpirti dall’interno. Cosa ci può essere di peggio del fuoco amico?
Un onorevole latitante, che ha avvelenato i pozzi presenti sul suo territorio e reso arida tutta l’area circostante. Quella terra che poteva essere verde e rigogliosa, e che poteva dare dei frutti che solo pochi stolti, accecati dal potere e dalla smania di controllo, potevano far finta di non vedere.
Un onorevole che in piena emergenza pandemica organizza incontri con operatori ecologici ed altri soggetti promettendo l’arrivo di somme che dopo 8 mesi non si vedono ancora. Con il suo comportamento ha illuso ed esasperato decine di lavoratori che si trovano in una condizione già preoccupante e delicata. È facile fare false promesse da Palermo e lasciare il Sindaco ad affrontare i problemi. Un sindaco che non solo si trova quotidianamente in trincea ma che è pure costretto a spiegare le menzogne dette da altri.
La sua assenza sul territorio è stata mortificante per la comunità. Le sue sporadiche comparsate a fianco di precari e netturbini, servivano solo a strumentalizzare una crisi reale per lustrare la sua immagine di politico attento e sensibile. Stranisce come, nonostante questa chiaro e totale disinteresse verso la propria città, sia stato del tutto risparmiato dalle critiche nel dibattito pubblico e politico.
È divenuto chiaro, ormai a tutti, come si sia cercato di screditare continuamente questa amministrazione, solo perché ho scelto di stare fuori dal suo controllo. Solo perché ho scelto di non essere una Pupa in mano ad un Puparo.
Le menti pensanti, gli amministratori onesti che ragionano e pensano con la propria testa spesso risultano scomodi, molto scomodi e sono da schiacciare. Ed io sono orgogliosa di essere stata considerata una persona da annientare, perché evidentemente non sono stata ricattabile e non sono mai stata, e ne mai sarò, “gestibile” da nessuno.
In qualità di Sindaco di Favara avrò potuto sbagliare, ma mai sotto l’influenza di altri, avrò potuto prendere decisioni discutibili ma sempre nel rispetto della legge e soprattutto ho amministrato con coscienza ed onestà non favorendo interessi di alcun soggetto a scapito della comunità.
Hanno provato ad abbattermi con la sfiducia, le hanno provate tutte per farla passare. Ci sono state numerose chiamate del guardarobiere amico fido con cui cercava di accaparrarsi disperatamente qualche voto, magari promettendo chissà che cosa.
Purtroppo per loro la sfiducia non è passata nonostante le fortissime pressioni. Devo in questo ringraziare un consiglio comunale che ha riconosciuto l’importanza di dare fiducia ad un percorso di risanamento dell’ente.
Qualcuno fa circolare la voce che le mie dimissioni siano dovute all’adesione a qualche altro partito. È vergognoso come si continui a voler screditare la mia posizione politica, ma comprendo che queste siano le posizioni di gente meschina che sa solo seminare menzogne. Favara ha perso una grande opportunità.
Le ultime settimane sono state particolarmente pesanti per me e sono stata talmente preoccupata da perdere la mia serenità personale. Nonostante il dialogo e nonostante io abbia sempre provato a trovare soluzioni ci sono persone che hanno solo continuato a fare campagna elettorale strumentalizzando qualsiasi tema.
Per temperamento sono sempre stata una donna forte e coraggiosa. Credo di aver dimostrato che le donne hanno le stesse capacità degli uomini, sicuramente non di meno. Perché una donna sindaco deve comunque continuare a svolgere il proprio ruolo di madre e moglie.
L’autogestione dei rifiuti, nonostante la gara che dovrebbe garantire un servizio degno alla città, netturbini che si sentono legittimati a chiedere le giuste spettanze ma che poi non pagano le tasse. Operatori che arbitrariamente lasciano in ostaggio un’intera comunità che sprofonda giorno dopo giorno dentro i rifiuti. Aziende che nonostante il provvedimento previsto dall’Art. 191 DEL dlgs 152/2006, che li obbliga a svolgere il servizio, stanno a guardare non garantendo la raccolta straordinaria la domenica come se l’ordinanza del sindaco non avesse effetti nei giorni feriali. Come se l’emergenza sanitaria si fermasse la domenica con buona pace di tutti, mare compreso.
Il “maledetto sistema rifiuti” che in Sicilia non vuole essere risolto. A poco sono serviti i vari Commissariamenti della Regione Siciliana da parte dello Stato. Un tema, quello dei rifiuti in Sicilia, talmente complesso che ai siciliani non è dato sapere come si potrebbe risolvere il problema. Questo perché le soluzioni dovrebbero toccare interessi troppo forti, come lo strapotere delle ditte che gestiscono il servizio e quello delle discariche delle quali siamo ostaggi. Di questo si dovrebbero occupare gli onorevoli della Regione Siciliana, invece di limitarsi a cambiare i bicchierini di plastica con quelli di carta biodegradabile negli uffici della pubblica amministrazione.
Una classe politica regionale che ci ha costretti a firmare 11 in 12 mesi ordinanze di variazione calendario per chiusura discariche. Ordinanze che i Sindaci sono obbligati a firmare per poi prendere gli improperi della gente.
È esilarante oggi sentire parlare di come la vera politica regionale si occupi dei comuni, interessandosi solo alla sostituzione delle bandiere esposte in comune, come se una bandiera lacerata sia il male assoluto in una comunità. Dove eravate quando i sindaci erano in trincea? Cosa avete fatto per evitare questo? Quali proposte sovracomunali avete posto? Cosa direte in campagna elettorale fra un anno?
Perché la verità e che su Favara si sta giocando una campagna elettorale regionale.
È bene che la città lo sappia.
Nelle ultime settimane oltre la questione rifiuti si aggiunge anche la questione precari.
Sit-in non autorizzati, occupazione del palazzo di città, uffici chiusi.
Non ci siamo fatti mancare nulla negli ultimi giorni. Nonostante il confronto con le parti sociali, con le rappresentanze dei lavoratori, con gli uffici, nonostante la predisposizione di tutti gli atti propedeutici, ci siamo ritrovati ancora l’ennesimo atto di protesta.
Mi sono sforzata per capire il perché si sia arrivato a tanto.
Qualcuno ha convinto i precari che avrebbero potuto firmare il contratto a tempo indeterminato all’indomani delle mie dimissioni, e gli stessi netturbini hanno dichiarato che dopo le mie dimissioni avrebbero ripreso il servizio.
Questa è la verità.
Qualcuno ha voluto utilizzare i precari e i netturbini per andare contro di me e farsi la campagna elettorale. Vile strategie che grava non solo sulle mie spalle ma su quelle di tutta una comunità ad oggi in ginocchio.
Ecco, le mie dimissioni sono arrivate.
Vedremo se da domani questi problemi saranno superati.
Il mio auspicio è vedere alla prossima tornata elettorale alcuni dei dipendenti delle ditte che si occupano del servizio dei rifiuti, rivestire le maggiori cariche all’interno del consiglio comunale, tale da permettere la risoluzione immediata dei problemi che noi non siamo riusciti a risolvere.
Purtroppo la proroga delle elezioni non mi ha permesso di concludere come avrei voluto.
Nonostante il mio orgoglio, il mio coraggio, la mia determinazione se come pensano alcuni il male sono io non ho problemi a rimettere il mio mandato.
Non è un atto di codardia, ma un atto di amore per la città.
Ringrazio tutte le persone che in questo percorso mi sono state al fianco mi hanno insegnato tanto.
Ad ogni cittadino virtuoso che ha voluto fare la differenza.
Al consiglio comunale, al mio presidente del consiglio.
Agli amici e alla mia famiglia che mi ha supportata in questo difficile percorso.
Nessuna amarezza oggi, tanto orgoglio di essere stata il primo sindaco Donna della mia comunità.
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